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Il procuratore capo della CPI Karim A. A. Khan KC.
Il procuratore capo della CPI Karim A. A. Khan KC.

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EUPHUR: Karim Khan, l’accusatore di Putin, ospite a Merano

Si terrà domani, 20 aprile, il Forum sul diritto penale internazionale della piattaforma Euregio per la dignità umana e i diritti umani, delle Università dell’Euregio e Accademia Merano.

Nel marzo del 2023 la Corte penale internazionale dell’Aia (CPI) spicca un mandato di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin. L’inedito provvedimento firmato dal procuratore capo della CPI Karim A. A. Khan KC nasce dalla convinzione che la giustizia e il diritto non debbono rimanere in silenzio in tempo di guerra.

I primi tentativi di istituire una giurisdizione penale riconosciuta a livello planetario e vincolante sotto il profilo del diritto internazionale risalgono alla fine della Prima guerra mondiale. In occasione del processo di Norimberga si tornò ad avvertire l’esigenza di norme concrete per una giustizia penale internazionale, al di là di tribunali istituiti ad hoc, ma soltanto dopo la Guerra fredda l’obiettivo fu raggiunto con la firma del Patto di Roma e l’insediamento della Corte penale internazionale dell’Aia.

Gli eventi bellici in Ucraina e nel Medio Oriente pongono la CPI di fronte a enormi sfide. Da un lato, non si vorrebbero deludere il senso di giustizia e le conseguenti aspettative della comunità internazionale. Dall’altro lato, la Corte è spesso fatta oggetto di critiche e accusata di doppia morale, e numerosi Stati non ne riconoscono il potere giurisdizionale. Per di più, l’attenzione della CPI finora è stata rivolta più alle guerre civili che ai conflitti armati tra Paesi. A un quarto di secolo dalla fondazione della CPI, appaiono di grande attualità alcuni interrogativi: quali spazi di manovra offre il diritto penale internazionale? Quali aspettative nei confronti della Corte possono ritenersi legittime? E fino a che punto la Corte ha le mani legate?

Il titolo dell’evento, che si svolgerà dalle 9 alle 13 di sabato 20 aprile a Merano (Kurhaus), “In tempo di guerra la giustizia non tace” capovolge il famoso enunciato di Cicerone „Silent enim leges inter arma – In tempo di guerra le leggi tacciono“. Il Patto di Roma firmato nel 1998 e la creazione della CPI si possono considerare un tentativo di mettere in discussione il principio espresso nella frase ciceroniana. In occasione dei 25 anni della CPI, la Piattaforma Euregio per la dignità umana e i diritti umani propone un forum sul diritto penale internazionale con un panel di nomi illustri.

Nella prima parte, il procuratore capo della CPI Karim A.A. Khan KC esporrà lo stato attuale dell’azione penale internazionale e le sfide e le riflessioni che essa si trova ad affrontare, mentre il vicepresidente della CPI Rosario Salvatore Aitala illustrerà le esperienze concrete e la prassi della Corte. Due giuristi di levatura internazionale, Giuseppe Nesi, ordinario dell’Università di Trento e membro della Commissione del diritto internazionale dell’Onu, e Astrid Reisinger-Coracini, esperta di diritto penale internazionale dell’Università di Vienna, evidenzieranno gli aspetti fondamentali della delicata tematica inserendoli nel contesto di situazioni complesse.

Nella seconda parte della conferenza, i professionisti del diritto si confronteranno con alcuni studenti delle tre università dell’Euregio ovvero degli atenei di Bolzano, Trento e Innsbruck, in un dibattito che vedrà anche la partecipazione dell’ex vicepresidente della CPI Cuno Tarfusser. Il momento di confronto darà spazio alle domande dei non addetti ai lavori e in special modo ai punti di vista e alle questioni all’attenzione delle nuove generazioni di studiosi.

Foto: il procuratore capo della CPI, Karim A. A. Khan KC (crediti).

(eup)