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Free University of Bozen-Bolzano

Press releases

Almalaurea. Pubblicato il settimo rapporto sull’occupazione post dottorato di ricerca

Altamente specializzati e soddisfatti. Con tassi di disoccupazione nulli e attivi prevalentemente nel settore pubblico. È la fotografia dei*lle dottorati*e italiani*e contenuta nel “Report 2022 sul profilo e sulla condizione occupazionale dei dottori di ricerca dell’Università di Bolzano”. Coinvolti*e i*le dottori*esse di ricerca che hanno terminato il percorso di alta formazione in unibz.

La Libera Università di Bolzano dispone attualmente di nove diversi programmi di dottorato che rispecchiano le discipline nel cui ambito si svolge attività di ricerca nell’ateneo altoatesino: dall’Informatica all’Economia, dalla Pedagogia alla Linguistica, fino all’Ingegneria nel settore delle energie rinnovabili, alle Scienze ambientali e forestali e alle Scienze e Tecnologie alimentari. Attraverso il dottorato di ricerca, l’università seleziona e forma i*le migliori laureati*e che vogliono affinare le loro capacità di svolgere ricerca scientifica per poi perseguire i loro obiettivi personali in ambito accademico, in enti di ricerca pubblici o privati o nelle imprese.

Il “Report sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei dottori di ricerca” di AlmaLaurea ogni anno analizza le performance formative dei*lle dottori*esse di ricerca negli atenei italiani e, a un anno dal conseguimento del titolo, ne analizza la situazione occupazione. I*le dottori*esse di ricerca del 2021 dell’Università di Bolzano, coinvolti*e nel VII Report sul Profilo sono stati*e 51.

unibz: più internazionali nella provenienza e nell’esperienza

Chi sono i*le dottori*esse di ricerca unibz? Alcuni dati ne tracciano le caratteristiche. Il 7,3% dei*lle dottori*esse di ricerca unibz ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese (dottorato industriale o in alto apprendistato), tendenzialmente in linea con il dato nazionale di 7,9%; il 4,9% dei dottori ha ottenuto un titolo congiunto o un titolo doppio/multiplo (joint degree o double/multiple degree). L’internazionalità di unibz è confermata dai numeri che svelano la provenienza nazionale e di ateneo. Il 9,8% dei dottori di ricerca ha conseguito il dottorato nello stesso ateneo della laurea (56,7% nel resto d’Italia), il 34,1% dei dottori ha ottenuto la laurea in un ateneo estero. Inoltre, il 37,3% dei dottori di ricerca ha cittadinanza estera (16,2% nelle altre università italiane). Gli studenti che decidono di iscriversi a un corso di dottorato hanno ottenuto, in media, buone performance nel percorso di studio precedente; il 51,9% dei dottori di ricerca, laureatisi in Italia, ha ottenuto 110 e lode nella laurea di secondo livello. L’età media al dottorato di ricerca è pari a 34,2 anni, leggermente più elevata che nel resto del Paese (32,6 anni).

Altra caratteristica dei*elle dottorati*e unibz è lo svolgimento di un periodo di studio e ricerca all’estero: il 78% sfrutta questa opportunità rispetto al 50.6 dei*lle colleghe*e del resto d’Italia. Inoltre, a testimonianza del valore del tempo investito, il 95,1% dei PhD termina con almeno una pubblicazione (86,6% in Italia). Il 31% infine si iscriverebbe nuovamente al dottorato in unibz.

Tutti*e occupati*e a un anno dal titolo

Quasi la metà degli*lle intervistati*e, ha deciso di iscriversi a un dottorato per migliorare le prospettive lavorative dopo la laurea (43,9 contro 41,1 dato italiano). Da questo punto di vista si può affermare che il dottorato di ricerca è un vaccino molto efficace contro la disoccupazione. Il tasso di occupazione tra i*le 51 che hanno terminato il PhD in unibz è pari al 96,6%. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze lavoro ovvero su quanti sono inseriti nel mercato del lavoro, è nullo (4,8% a livello nazionale). Anche per quanto riguarda le retribuzioni, i*le dottorati*e unibz di discostano leggermente dal dato italiano: 1.862 euro è la retribuzione mensile netta, contro ai 1.784 del resto del Paese. Nessuno però svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.), il 17,9% è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato.

Ma dove vanno a lavorare?

Il 75,0% dei dottori di ricerca è occupato nel settore pubblico (65,8% in Italia), il 21,4% in quello privato, mentre il 3,6% è occupato nel settore non profit. Il settore dei servizi assorbe il 96,4% dei dottori di ricerca (89,7% in Italia), mentre l’industria accoglie il 3,6% degli occupati (9,2% nel resto del Paese).

(zil)