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Libera Università di Bolzano

Die Teilnehmer der Pressekonferenz in einem Gruppenbild auf grünem Rasen:  v.l.Alessandro Andriolo (Amt für Forstplanung), Hannes Schuler (unibz), Stefan Schwembacher und Stefano Endrizzi ((Landespflanzenschutzdienst), Obergärtner Oliver Urlandt

Press releases

Sulle tracce dello scolitide Euwallacea fornicatus

Il ricercatore Hannes Schuler di unibz risolve il mistero dell’infestazione di insetti nella serra dei Giardini di Castel Trauttmansdorff.

Chiunque abbia visitato i Giardini di Castel Trauttmansdorff negli ultimi mesi sarà rimasto sorpreso alla vista della serra. Invece della solita vegetazione lussureggiante e dell’atmosfera tropicale, avrà trovato uno spazio piantumato di recente. Nel corso di una conferenza stampa, oggi i responsabili dei giardini e il Servizio fitosanitario della Provincia autonoma di Bolzano hanno spiegato i retroscena che hanno costretto a un rinnovo della serra. Le spiegazioni scientifiche di un vero e proprio thriller botanico su una specie di coleottero tropicale sono state fornite dall’entomologo Hannes Schuler della Libera Università di Bolzano.

 Nella sua zona d’origine, il sud-est asiatico, è un organismo nocivo temuto soprattutto dai coltivatori di tè. Ma ora si trova anche in Israele, negli Stati Uniti (California) e in Sudafrica, dove causa enormi danni a colture agricole come le piantagioni di avocado o di cacao e al verde urbano. Stiamo parlando dell’Euwallacea fornicatus, un coleottero ambrosia dall’elevata potenziale nocività. Nel corso della loro evoluzione, i coleotteri ambrosia hanno sviluppato sistemi sociali paragonabili a quelli delle api e delle formiche. Oltre alla cura cooperativa della covata, i piccoli insetti di due millimetri si impegnano in una sorta di “agricoltura” trasportando spore fungine nei loro nidi e coltivandole in gallerie scavate nel legno. Mentre la maggior parte dei coleotteri ambrosia si sviluppa esclusivamente negli alberi morti, l’Euwallacea fornicatus attacca gli alberi sani.

 L’Europa, dove la presenza di questa specie di insetto non era mai stata riscontrata, sembrava non dovesse confrontarsi con tali problemi. Fino alla scorsa primavera, quando sono stati scoperti buchi e segatura su alcuni alberi nella serra dei Giardini di Castel Trauttmansdorff. “Quando abbiamo scoperto questi sintomi di infestazione nella serra ad aprile 2020, abbiamo immediatamente chiesto aiuto agli esperti del Servizio fitosanitario”, spiega il capo giardiniere Oliver Urlandt dei Giardini di Castel Trauttmansdorff. Dopo che la specie dell'insetto è stata identificata nel Centro Sperimentale Laimburg per mezzo di metodi biomolecolari, il Servizio fitosanitario ha immediatamente ordinato di sigillare l’area infestata. Ciò ha evitato il pericolo che l’insetto si diffondesse all’esterno della serra. Tutte le piante, tra cui 500 orchidee, hanno dovuto essere rimosse e bruciate. “Per assicurarsi che nessun coleottero nascosto sopravvivesse, la serra è stata sottoposta a una cosiddetta “terapia del calore” per diversi mesi. Allo stesso tempo, sono stati effettuati controlli visivi accurati nell’area del giardino botanico e in un raggio di diversi chilometri e sono state installate numerose trappole attrattive”, riferisce Stefan Schwembacher del Servizio fitosanitario, che ha coordinato le attività di monitoraggio e le misure di eradicazione.

Mentre i popolari giardini vicino a Merano stavano ripiantumando la serra, l’entomologo Hannes Schuler della Libera Università di Bolzano si è messo al lavoro sugli intrusi. La domanda più importante a cui dare una risposta: come ha potuto la specie aliena entrare nella serra dei giardini? Lo scienziato ha trovato risposte a questa domanda anche grazie al lavoro di networking con i colleghi europei. Attraverso un contatto in Polonia, ha scoperto che un caso simile si era già verificato in una serra tropicale del Paese nel 2017. Grazie a un confronto genetico, Schuler ha potuto dimostrare che si trattava esattamente dello stesso genotipo del coleottero. “Questo ci ha permesso di dimostrare che entrambi i casi hanno la stessa origine e sono stati probabilmente introdotti in Europa insieme. Anche se esiste un ottimo database genetico per questa specie di coleottero scolitide, non abbiamo potuto chiarire completamente l’origine dei parassiti. Tuttavia, siamo stati in grado di restringere la presunta origine alla zona intorno al Vietnam”, ha chiarito Hannes Schuler. Dopo aver ricostruito gli acquisti per la serra, si presume che l’infestazione sia stata dovuta a un’importazione di piante dall'Olanda nel 2018.

 Questa ipotesi è stata corroborata da due ulteriori scoperte di esemplari dello scolitide nel gennaio 2021 in due serre a Berlino e Erfurt. In entrambi i casi, le tracce hanno portato a una serra olandese, dove sono stati trovati altri individui di questo insetto.. In collaborazione con i colleghi europei, Hannes Schuler ha anche sottoposto i coleotteri trovati in Germania e Olanda ad analisi genetiche. Il risultato ha evidenziato che i coleotteri di tutte tre le infestazioni corrispondevano agli stessi genotipi di Euwallacea fornicatus, ma erano geneticamente diversi dai coleotteri trovati in Alto Adige e in Polonia. “Così, siamo stati in grado di dimostrare che i casi in Germania si sono verificati attraverso un grossista di piante olandese, ma hanno avuto un’origine diversa rispetto ai coleotteri trovati in Polonia e a Merano. Inoltre, siamo stati in grado di trovare varianti genetiche di questo coleottero in due serre in Olanda, che non sono ancora state descritte da nessuna parte in Europa. Distruggendo tutte le piante infestate dai colleghi in Olanda, si potrebbe prevenire un’ulteriore diffusione di questi coleotteri in Europa”. L'intero caso è stato documentato da Hannes Schuler e da scienziati dei paesi coinvolti in un paper scientifico pubblicato sul Preprint Server „Research Square“ “Il nostro lavoro dimostra quanto sia importante indagare su questi casi e ricostruire le vie attraverso le quali avviene l’introduzione di organismi nocivi. Così è possibile andare alla radice del problema e prevenire ulteriori diffusioni”, ha aggiunto Schuler.

 “Questo caso dimostra quanto sia importante il monitoraggio intensivo degli organismi nocivi alieni e controlli periodici, non solo delle piante esotiche ma anche di quelle native. Le misure adottate tempestivamente hanno impedito che questo parassita si diffondesse ulteriormente. Allo stesso tempo, tutto ciò è servito come esempio di buona collaborazione tra diversi attori. In questo modo, il caso delicato è stato risolto in modo esemplare”, ha affermato Stefan Schwembacher del Servizio fitosanitario.

 Il capo giardiniere Oliver Urlandt ha ringraziato tutti i partner coinvolti per il rapido ed efficiente intervento nella serra dei Giardini di Castel Trauttmansdorff. “Questo caso non ci ha dimostrato solo quanto dobbiamo stare attenti quando compriamo o importiamo piante esotiche. Abbiamo anche sperimentato quanta responsabilità abbiamo sul territorio per prevenire una pericolosa diffusione di specie aliene con un possibile impatto ecologico ed economico per il nostro territorio”, ha sottolineato.

(zil)