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Libera Università di Bolzano

Foto: Alex Kotliarskyi (unsplash)
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Politiche Attive del Lavoro per le Aziende

In un mercato del lavoro che soffre più la mancanza di personale che la disoccupazione, la vera sfida per le imprese è diventare attrattive. L'editoriale del prof. Mirco Tonin.

Il rapporto di Banca d’Italia sulle economie di Trento e Bolzano ha messo in evidenza un mercato del lavoro in salute, con elevata partecipazione e bassa disoccupazione. In effetti in questo periodo a dominare la scena è la difficoltà delle imprese a reperire manodopera qualificata. Più che di disoccupazione, insomma, oggi si parla di carenza di personale. La carenza di manodopera ha varie cause, dall’andamento demografico al costo degli alloggi.  Offerte salariali non sempre allettanti, inoltre, non aiutano a trovare persone disponibili. Le condizioni economiche sono ovviamente essenziali quando si parla di lavoro, ma ci sono tanti altri aspetti che ne definiscono l’attrattività.  

Uno studio condotto da economisti della London School of Economics e dell’Università di Chicago mostra l’importanza del significato personale che i lavoratori attribuiscono al proprio lavoro. Il programma Discover Your Purpose (“Scopri il tuo scopo”), testato su quasi 3.000 impiegati di una multinazionale, ha offerto ai partecipanti l’occasione di riflettere sulla propria “missione di vita” e sul legame con il proprio ruolo professionale attraverso un pacchetto di letture e video accompagnate da esercizi di riflessione personale, più un workshop di un giorno. Invece di chiedere ai dipendenti di adattarsi all’azienda, il programma chiede se il lavoro si adatti o meno alle motivazioni e ai valori personali.

Il prof. Mirco Tonin, autore dell'editoriale. Foto: unibz
Il prof. Mirco Tonin, autore dell'editoriale. Foto: unibz

I risultati, valutati nei due anni successivi, sono che chi non trovava senso nel lavoro ha lasciato l’azienda, mentre gli altri hanno migliorato nettamente la propria produttività. Il programma ha dunque portato ad un calo dei dipendenti a bassa produttività, e ad un aumento dei bonus. Inoltre, ha ridotto il divario di genere, ad esempio riguardo alla propensione a prendersi congedi parentali. L’azienda ne ha tratto vantaggio economico già nei primi due anni, e presumibilmente questo è destinato ad aumentare negli anni a venire. Ciò nonostante, non è così comune adottare iniziative di questo tipo. È necessaria, infatti, una cultura aziendale “illuminata”, che dia priorità al desiderio dei dipendenti di trovare significato nel proprio lavoro.

Tradizionalmente si parla di “politiche attive del lavoro” in riferimento a interventi volti a rendere maggiormente impiegabili i lavoratori disoccupati, sviluppandone ad esempio le competenze professionali o le “soft skills”. In una situazione in cui è difficile trovare personale, forse varrebbe la pena riflettere sull’opportunità di “politiche attive del lavoro” rivolte alle piccole e medie imprese, volte ad aiutarle a rendere il posto di lavoro più attrattivo, attraverso cambiamenti gestionali e organizzativi che portino, ad esempio, ad una migliore conciliazione tra vita personale e lavoro e, magari, anche a mansioni in cui i dipendenti possano trovare maggior senso.

Questo editoriale è stato pubblicato sul Corriere del Trentino e sul Corriere dell'Alto Adige il 18.06.2025.

Foto: unsplash.com

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