
Abitare collaborativo e inclusione sociale: riflessioni, evidenze e prospettive future
Giovedì pomeriggio il Centro di Competenza per il Management delle Cooperative ha ospitato una conferenza, un seguito significativo all’inaugurazione del nuovo progetto di abitare collaborativo “Un modello abitativo per la longevità”, svoltasi la mattina a Oltrisarco. Il progetto abitativo è guidato dalla nostra organizzazione partner Cooperativa Sole ed è anche oggetto di studio all’interno del progetto europeo Horizon ASSETS.
Alla conferenza il Centro ha avuto il piacere di accogliere come relatori Melissa Fernández Arrigoitia (University of Bristol), Lucia Chaloin (Université Grenoble Alpes), Luisa Rossini (Universidade de Lisboa), Ernst Gruber (Wohnbund e.V., Vienna) e Joost Nieuwenhuijzen (Federation EIL, the Worldwide Network of the Experiment in International Living, Amsterdam), oltre ai nostri partner operativi Samuele Verucchi (Cooperativa Sole) e Nicola Grosso (AGCI Bolzano).
L’evento ha riunito accademici e professionisti che hanno arricchito il dibattito con presentazioni di grande impatto, condividendo esperienze e casi di studio da tutta Europa.
Melissa Fernández Arrigoitia ha presentato esempi di abitare collaborativo nel Regno Unito come strumento di inclusione sociale, soffermandosi su risultati di ricerca e casi studio quali Rupali Court a Birmingham e Chapeltown Cohousing.
Luisa Rossini ha analizzato, attraverso casi comparativi a Berlino, Roma e Barcellona, come l’accesso ai beni pubblici – terreni, edifici, finanziamenti e supporto tecnico – sia cruciale per sviluppare su larga scala l’edilizia cooperativa e garantirne la sostenibilità economica a lungo termine.
Lucia Chaloin ha analizzato i modelli di abitare collaborativo top-down nei paesi del Mediterraneo: attori del terzo settore, come le cooperative di servizi, restano collegati ai sistemi di welfare promuovendo al contempo l’autonomia individuale dal sostegno tradizionale della famiglia e dalle istituzioni assistenziali.
Ernst Gruber ha condiviso riflessioni dal contesto austriaco, in particolare viennese, mettendo a confronto il modello partecipativo, che punta all’inclusione ampia ma tende a ridurre il controllo sulla composizione degli abitanti e sull’innovazione, con il modello partenariale, orientato a progetti di piccola scala con integrazione mirata di gruppi vulnerabili, che permette maggiore controllo e innovazione ma richiede più risorse ai futuri inquilini.
Joost Nieuwenhuijzen ha esplorato esperienze di abitare collaborativo in Europa, includendo cooperative, iniziative di cohousing, community land trusts e progetti di autocostruzione, mostrando esempi da città come Berlino, Helsinki, Barcellona, Amsterdam e Zurigo. Ha concluso sottolineando come la European Federation for Living (EFL) promuova un maggiore sostegno politico a livello europeo e nazionale per trasformare il cohousing da pratica di nicchia a soluzione diffusa per un abitare accessibile e sostenibile.
Nella seconda parte del pomeriggio, partecipanti e relatori hanno preso parte a un dialogo aperto volto a favorire lo scambio di idee, la condivisione di proposte e il coinvolgimento attivo della comunità.
Un sentito grazie a tutti i partecipanti per i preziosi contributi!