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Libera Università di Bolzano

Località Room BZ F0.03, Universitätsplatz 1 - Piazza Università, 1, 39100 Bozen-Bolzano

Dipartimenti CC Regional History

15 nov 2019 17:30-19:00

Conferenza: L’Ungheria e la Pace di Parigi del 1920. Trauma, mito e realtà

Lo storico Krisztián Ungváry parla dell'Ungheria e del trattato di Trianon del 1920

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Il trattato di pace del Trianon, che il 4 giugno 1920 liquidò lo storico Regno d’Ungheria, resta di grande attualità in Ungheria ancora a distanza di un secolo. Con tale trattato l’Ungheria venne ridotta a un terzo del suo precedente territorio e dovette cedere ai Paesi confinanti oltre un terzo della sua popolazione. Questo trattato di pace può essere definito, senza esagerazione, la maggiore ‘catastrofe’ della storia ungherese dopo la dissoluzione del Regno d’Ungheria e la sua tripartizione nel 1526.
Il trauma del Trianon divenne negli anni successivi al trattato il principale punto di riferimento della storia ungherese. A rivelarsi fatale fu il fatto che proprio in nome del liberalismo e della democrazia venisse siglata una pace che limitava fortemente i diritti fondamentali di circa 3,5 milioni di magiari. Gli Stati confinanti si definirono a seguito delle loro costituzioni come costrutti che non riconoscevano gli stessi diritti alla percentuale ungherese della popolazione. Diverse centinaia di migliaia di persone furono cacciate, il resto della popolazione magiara fu oggetto di una violenta politica di assimilazione.
Dopo il 1945 il “Trianon” divenne in ampia misura tabù. Con la pace di Parigi del 1947 l’Ungheria ottenne una revisione di questo trattato di pace. Il controllo sovietico sugli Stati dell’Europa orientale mise a tacere definitivamente controversie sui confini, revisioni e diritti delle minoranze.
Dopo il crollo del sistema comunista, tornarono di attualità tutte le questioni collegate al “Trianon”. Due fattori assunsero un’importanza particolare. In primo luogo, il “Trianon” si ripeteva ogni volta che venivano limitati i diritti dei magiari negli Stati confinanti – cosa di cui esistono numerosi esempi. Tuttavia il “Trianon” è al tempo stesso anche il migliore simbolo dell’atteggiamento vittimistico della nazione. Il carattere lamentoso, la protervia, i tratti antidemocratici e il rifiuto del sistema liberale sono i sintomi risultanti dall’effettiva o presunta penalizzazione dell’Ungheria.
La realtà del “Trianon” ha subito profondi mutamenti in seguito all’integrazione dell’Ungheria nell’Unione europea. Sebbene i tentativi di assimilazione degli Stati confinanti contribuiscano tuttora a fare del “Trianon” un argomento di discussione, la tematica è sempre più fortemente strumentalizzata dalla politica interna. La relazione di Krisztian Ungváry prenderà in esame per l’appunto le forme di sfruttamento e strumentalizzazione di questo trauma storico. "Il governo Fidesz coltiva un pronunciato culto del sacrificio", dice Krisztián Ungváry, "in cui l'Ungheria non appare in nessun modo come un colpevole".