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Libera Università di Bolzano

DES Faculty Press releases

Diplorama! Le tesi di Design e Arti in mostra nel campus di Bolzano

“Fragile structures”, ovvero strutture fragili. Un ossimoro poetico è stato scelto dalla Facoltà di Design e Arti come tema trasversale per i progetti di tesi. La mostra il 22 e il 23 marzo.

La scelta  del tema non è casuale ma si riferisce al complesso equilibrio della vita, in cui l’essere umano è costantemente chiamato a cercare un senso e a trovare una soluzione ai problemi, spesso grazie alla collaborazione, proprio come fanno le due discipline del Design e dell’Arte. L’esposizione dei lavori di tesi, ispirati a una soluzione positiva di problemi concreti, si terrà venerdì 22 e sabato 23 marzo nel campus di Bolzano.

Collaboratività, empatia, ingegno. Qualità che servono per affrontare i problemi, comporre le tessere disordinate di un mosaico e venire a capo del disordine che regna in una realtà – come quella attuale – sempre più opaca, intravedendo soluzioni anche laddove non sembrano essercene. Affrontare i problemi con ingegno è fondamentale per trovare l’ordine nel caos. Come succede nel gioco dello Shangai, che rappresenta un buon esempio di come affrontare i problemi. Si comincia sempre dal bastoncino più facile da togliere, sbloccando in questo modo altri che diventano più accessibili.

Il ricercatore e curatore della mostra Gianluca Camillini spiega la decisione iconografica dei poster di Diplorama! 2024, centrata sulle bacchette del gioco dello Shangai. Una scelta che è legata anche alla metodologia insegnata agli studenti e studentesse nei corsi e da questi applicata ai loro progetti di tesi. “Ciò che rende il gioco dello Shanghai così intrigante è la sua connessione con le persone. Ogni bastoncino può rappresentare un individuo con cui interagiamo nella nostra vita quotidiana. Attraverso la collaborazione e la comprensione reciproca, possiamo unire le nostre forze per risolvere anche i problemi più complessi. Ed è nell’empatia e nell’aiuto reciproco che troviamo la vera forza per superare gli ostacoli che incontriamo lungo il cammino”.

Diplorama! che farà capolino nei corridoi e nelle aule del campus di Bolzano nelle giornate del 22 e 23 marzo come tutti gli anni sarà una esposizione affascinante dell’ingegno e dell’empatia coltivata dai laureati e dalle laureate durante il loro percorso di studio nella Facoltà di Design e Arti: 32 tesi di laurea, 21 delle lauree triennali in Design e Arte e 11 della laurea magistrale in Design Eco-Sociale.

“Viviamo in tempi di grandi cambiamenti, durante i quali scopriamo la vulnerabilità, la fragilità dei diversi sistemi di cui facciamo parte, e l’urgente necessità di reagire preparando il cambiamento”, ribadisce il preside della Facoltà, prof. Nitzan Cohen, “i nostri studenti reagiscono a tali segnali onnipresenti traducendoli nelle loro visioni uniche e contemporanee al riguardo e che saranno presentate in questo Diplorama.”

Alcuni dei progetti in mostra

Le tesi di laurea che verranno mostrate e spiegate ai visitatori dagli studenti durante i due giorni di esposizione sono il frutto della collaborazione tra studenti e studentesse e il corpo docente che ne ha accompagnato e guidato il lavoro negli ambiti dell’arte, del design grafico, in quello di prodotto e del design eco-sociale.

Tra gli altri, il progetto “VertiCart – elevate shopping” (di Anna Deporta) si propone di misurarsi con il problema della trascuratezza delle persone di bassa statura nella progettazione di prodotti, spazi e situazioni quotidiane. Attraverso uno studio completo di vari scenari quotidiani, la tesi di Deporta esplora i numerosi casi in cui le persone che si discostano dallo standard di altezza sperimentano difficoltà, disagio ed esclusione a causa di una progettazione inappropriata e sconsiderata: ad esempio, problemi legati al raggiungimento di scaffali alti, all’uso dei trasporti pubblici, alla guida, alla visibilità e molto altro. Attirando l’attenzione su queste disuguaglianze, il progetto cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di una progettazione inclusiva e di stimolare la discussione sulla ridefinizione delle norme che hanno plasmato il nostro ambiente per anni. Le intuizioni della ricerca della laureata, attraverso l'analisi e gli studi di caso, hanno dato vita a VertiCart, un carrello della spesa modulare con un design a due livelli per portare l'utente in una posizione più elevata. Il prodotto finale non solo fornisce una soluzione pratica ad un problema esistente, ma funge anche da catalizzatore per il cambiamento e l’inclusione.

Il progetto “By Osmosis: la convivenza invisibile tra microalghe e uomo” (di Laura Bordini, project partner Metabolon - gardens of technics) intende delineare un processo circolare in cui i rifiuti generati da un processo servono da nutrimento per un altro. Cerca di chiarire il potenziale dei “materiali in crescita”, vale a dire le microalghe, nel promuovere la rigenerazione ecologica contribuendo attivamente al nutrimento della vita vegetale. Bordini ha scelto di lavorare con biomasse di microalghe, derivanti dal processo di depurazione delle acque reflue del Metabolon (Lindlar, Germania) centro di smaltimento rifiuti. Dalla biomassa derivata dalla morte di questi microrganismi è possibile generare un biomateriale per stimolare la crescita delle piante creando prodotti che possono essere piantati e agire come biostimolanti agricoli. Il progetto mira a chiarire il potenziale dei materiali coltivati nel favorire la rigenerazione ecologica. In un contesto più ampio, aspira a servire da modello per pratiche interdisciplinari, amalgamando diverse conoscenze e competenze provenienti da varie discipline per produrre risultati innovativi.

Infine, il progetto “Bombastical” (di Amelie Schaeberle) ha sviluppato un centro culturale temporaneo facilmente trasportabile che può viaggiare da un luogo all’altro in forma di kit portatile. “Bombastical” punta a rispondere al bisogno di spazi culturali adeguati ai giovani che spesso mancano nelle aree rurali e nei piccoli paesi. Per questa ragione, molti si spostano verso le grandi città, lasciando in queste zone un’offerta culturale ancora più povera. Il centro culturale temporaneo è progettato tramite un’architettura gonfiabile, la cui forma inusuale e futuristica è destinata ad attirare l’interesse delle persone che ne usufruiscono. Il gonfiabile può essere allestito in qualsiasi luogo in pochi minuti e può essere perfettamente integrato all’interno del paesaggio circostante e dell'architettura già esistente. Il centro culturale offre spazio ed opportunità ad associazioni locali, artisti ed altre persone coinvolte per organizzare progetti, laboratori ed eventi legati al territorio. Questo progetto mira a rompere alcune dinamiche ricorrenti all'interno delle zone provinciali: opportunità culturali limitate e isolamento sociale; consentendo così uno scambio di idee ed un successivo sviluppo culturale, il quale non avviene solo nelle grandi città, bensì anche all'interno di realtà più circoscritte.

(zil)